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domenica 31 agosto 2014

Zen e yoga in ufficio sconfiggono lo stress e fanno risparmiare soldi.


Ricerche autorevoli come quelle del National Institutes of Health, dell'Università del Massachusetts e del Mind/Body Medical Institute alla Harvard, uno stato di calma favorisce le idee, la concentrazione e allevia dolori e paure che si abbattono sui lavoratori stressati.  

Negli Stati Uniti sempre più aziende offrono corsi di meditazione...meglio che pagare 200 mld in cure per i dipendenti affaticati
I manager sfilano gli orologi, appendono al chiodo i completi firmati, spengono cellulari, ipad e quant'altro e, per un tempo a loro discrezione, non fanno niente.
Se ne stanno seduti, in silenzio, evitano di comunicare, i loro volti si distendono, i corpi si rilassano, il tempo sembra cancellato.
Quando lo desiderano si alzano, si rivestono, riattaccano la spina.
Sembra una seduta collettiva di zen o di yoga, è così ma, soprattutto, è il modo per risparmiare 200 miliardi di dollari l'anno; è infatti questa la cifra che secondo le stime del National Institute for Occupational Safety & Health le aziende americane pagano per curare stress e disturbi connessi dei propri dipendenti.
La stragrande maggioranza di loro ( 70 -90% ), va dal medico lamentando malattie da sovraffaticamento da lavoro e allora qual'è l'antidoto per recuperare efficienza e produttività per dipendenti e manager stanchi, demotivati, assenteisti, ritardatari o addirittura depressi?

La MEDITAZIONE ed infatti sempre più aziende hanno deciso di offrire ai propri dipendenti corsi zen, yoga e altre pratiche che si ispirano alla cultura orientale.
Google, Apple e Yahoo, pur aziende hi-tech e alternative, sono tra le più entusiaste delle "sedute" antistress; ma anche aziende come Deutsche Bank e McKinsey si sono convertite a terapie alternative considerandole fondamentali per il risparmio e per la produttività aziendale. 
La AOL Time Warner, 3 anni fa ha "tagliato" più di 500 persone della propria forza lavoro a causa della crisi; oggi paga classi di meditazione ai propri dipendenti per aiutarli a sopravvivere a giornate che sono diventate, causa ridimensionamento, di 12 ore di lavoro. Un risarcimento che costa pure poco.
 "Lo stress è senza dubbio il problema numero 1 nei posti di lavoro", ha spiegato a Business Week Eric Biskamp, cofondatore di WorkLife Seminars, azienda di Dallas che organizza corsi di discipline meditative e che offre corsi di meditazione ai "quadri" di aziende come Texas Instruments, Raytheon e Nortel Networks. 
Meditano soprattutto i top manager, qualche esempio?.
Dave Jakubowski, giovane vicepresidente del business development di United Online, uno dei più grandi Internet provider americani, non può più fare a meno di sedersi a pensare; lavora 18 ore al giorno, e forse proprio per questo, è convinto che 60 minuti di silenzio, calma e meditazione "mi aiutano a superare i problemi di lavoro piuttosto che affrontandoli di petto e faccio anche meno errori". 
Come Jakubowski, anche un top manager come William H. Gross ( Pacific Investment Management, tra le più grandi compagnie assicurative Usa), pratica yoga ogni mattina per "ispirare" il trading di un'azienda che vale 349 miliardi di dollari. 

La meditazione "zittisce le chiacchiere mentali" spiega Tevis Trower, "allenatrice" alla New York's Balance Integration, che si occupa di programmi zen e yoga per le grandi aziende, a lei si rivolgono i top manager perché la meditazione, spiega, "getta le fondamenta per buone decisioni e favorisce le capacità comunicative": in definitiva...forma leader.
L'arte samurai applicata al business del mondo globale: negli USA il Libro dei cinque anelli, trattato Zen sull'arte della spada scritto da Miyamoto Musashi nel XVII secolo che descrive le condizioni mentali e le strategie per annientare l'avversario, è entrato nella bibliografia dei corsi di aggiornamento per i manager dell'Ibm).

mercoledì 20 agosto 2014

Siamo un popolo di MALNUTRITI



SALUTE: Stato di completo benessere fisico, mentale, sociale.
Nella vita 60 tonnellate di cibo passano attraverso il nostro intestino, la nostra più grande interfaccia con l’esterno, da qui i nutrienti si distribuiscono agli organi influenzando la funzionalità delle cellule perciò l’alimentazione incide per il 35% sullo stato di salute; se i geni infatti determinano la predisposizione a particolari malattie, il processo necessario perché si manifestino è favorito dalle condizioni ambientali e dagli stili di vita della persona.
I nostri vecchi medici conoscevano l’importanza del digiuno; negli ultimi decenni invece la convinzione che la chimica potesse risolvere ogni problema, ha fatto si che il ruolo dell’alimentazione come fattore di prevenzione fosse limitato al solo obiettivo di gestire sovrappeso, obesità o, al più, problemi come diabete, ipercolesterolemia.
Di recente, osservate le correlazioni fra abitudini alimentari e patologie in determinate popolazioni (mormoni, giapponesi), l’attenzione della medicina si è di nuovo rivolta al cibo; sono stati individuati: circa 50 micronutrienti con potere antiossidante e antitumorale (vitamine, minerali e acidi grassi ).
La ricerca ha isolato alcune di queste sostanze per riprodurle ai fini terapeutici; ancora una volta non aveva compreso che il valore terapeutico di un cibo è dato dalla sinergia fra i vari principi attivi.
Ma se da un lato il cibo ci mette in contatto con il mondo, da un altro rappresenta un potenziale mediatore di malattia perché tutto ciò che introduciamo mangiando viene trasformato nel nostro corpo per costruire tessuti, organi, ormoni o altre sostanze.
L’ evoluzione delle malattie degenerative, in particolare i tumori, è collegata intimamente alla nutrizione umana; lo stress poi aumenta il fabbisogno di micronutrienti, ma riduce la capacità di assorbirli e utilizzarli provocando ulteriori carenze.
In passato erano soprattutto mancanze igienico – sanitarie a creare squilibri, oggi è sconfortante constatare come, migliorate queste condizioni, le necessità di un consumismo sfrenato e l’esasperata tecnologia alimentare rendano il cibo povero di nutrienti ( frutta colta acerba fatta maturare nei silos, perde più del 60% delle vitamine ).
Anche cibi “ salutari “ possono risultare inadeguati perché l’industria alimentare ricorre troppo spesso a coloranti ( oli di semi) e additivi; spesso il solo miglioramento dell’aspetto dei cibi ( fortemente voluto dal mercato alimentare ) è causa di grave carenza vitaminica. 
L’ agricoltura intensiva sottrae manganese al terreno.
Negli ultimi 2 secoli il consumo di prodotti e derivati animali, grassi e zuccheri è esploso, quello delle fibre è diminuito a favore di alimenti raffinati.
Il pane bianco non ha più vitamine e minerali (contenuti nella crusca), la margarina non contiene più vitamina D, la cui carenza provoca aumento  di cancro polmonare; un'assunzione di grassi superiore al 40% delle calorie totali aumenta il rischio di mortalità per cancro del colon, della prostata, del pancreas, delle ovaie e dell'endometrio.
Conseguenze di questa alimentazione morta sono fenomeni putrefattivi, la distruzione della flora batterica intestinale, una diminuita efficienza del sistema immunitario, l’ aumento di disturbi come stipsi, colite, gastrite, emicrania, poliposi, fino all’ insorgenza di malattie quali artrite reumatoide, Alzheimer, Sclerosi Multipla, Cancro.
Le cellule, malnutrite, continueranno a funzionare più lentamente e con ridotta efficienza a causa di un basso livello enzimatico ( gli enzimi sono attivati dalle vitamine e queste, a loro volta, sono attivate dai minerali ) fino alla comparsa prima di fenomeni disfunzionali, poi di fenomeni organici fino alla morte programmata della cellula.
Oltre alle carenze di nutrienti, altri rischi si annidano nel cibo che mangiamo: negli ultimi 50 anni abbiamo immesso nell’ ambiente 80.000 nuove sostanze chimiche come Arsenico (acqua ), Piombo (carta, cosmetici, vernici, ceramica), Mercurio ( amalgame, tinture - Grecian 2000), Alluminio ( deodoranti, antiacidi, caffettiera, Pentole), Cadmio ( sigarette ), PCB, che penetrano nel nostro organismo e si accumulano in organi e tessuti provocando danni metabolici gravi su fegato, reni, sistema nervoso.
M
olti studi confermano la relazione tra cibi contaminati da metalli pesanti e la comparsa di neoplasie.
Nell'Inghilterra Vittoriana si usava nitrato di mercurio per confezionare i Cappelli a falda larga provocando casi di follia ( il cappellaio matto di Alice nel paese delle meraviglie ); analoga follia nell’ antica Roma quando le tubature degli acquedotti furono saldate con piombo.
Antibiotici e mangimi artificiali usati in zootecnia e nelle preparazioni industriali ( surgelati ) si accumulano nell’ animale provocando in noi che mangiamo resistenza farmacologia e sindromi neurologiche ( mucca pazza ). 
La più "inquinata" da fitofarmaci è la frutta; solo il 39% delle mele è esente da pesticidi; segue l'uva, l’ olio, il vino ( metanolo ), i succhi di frutta e gli omogeneizzati.
Nelle serre si usano “ acceleratori di crescita “ che fanno maturare un prodotto in 2 giorni.
Ognuno di noi contiene una novantina di sostanze chimiche, alcune cancerogene, altre in grado di provocare disturbi nervosi e cardiovascolari, influenzare Tiroide e Surreni simulando l’ attività ormonale provocando patologie estrogenodipendenti come ginecomastia, prostatiti precoci e tumori al seno.
Ogni giorno, introduciamo solo con gli alimenti 15 gr.  di sostanze tossiche, 4 Kg in 1 anno, 300
Kg in una vita media. L’organismo metabolizza molte di queste sostanze grazie alla sua capacità di disintossicazione ma questa si esaurisce quando il carico tossico è troppo pesante, prolungato.

CHE FARE?
Rivalutiamo il ruolo terapeutico del cibo; i nostri gesti quotidiani, stili di vita più sani ci aiutano ad evitare taluni tipi di cancro e migliorare il nostro stato di salute.
I pazienti dovrebbero conoscere i principi dell’alimentazione umana: prevalenza del consumo di cereali (60%), ridotta quantità di lipidi (20-25% in prevalenza insaturi), proteine (5% di origine animale e 5% di origine vegetale) ed  un giusto apporto di vitamine e minerali .
Queste proporzioni forniscono al nostro organismo quantità adeguate dei principi nutritivi necessari per il nostro fabbisogno energetico, prevengono i danni indotti da radicali liberi e mantengono integri i meccanismi di difesa immune.

d.ssa Cinzia De Vendictis
presidente AISIC*
*Associazione Italiana Stress e Invecchiamento Cellulare, associazione indipendente ed autonoma che promuove conoscenza e cultura su:
prevenzione dei fattori che causano stress e invecchiamento (tra cui: colture intensive, OGM, pesticidi)
terapia dei disturbi dovuti a stress e invecchiamento
ricerca di nuove terapie per stress e invecchiamento.


martedì 19 agosto 2014

Consigli sotto il sole

E' una strana estate questa del 2014!

E' arrivata tardi ma ora Fa molto caldo, siamo tutti disidratati e stanchi perchè sudando perdiamo sali minerali che dobbiamo reintegrare con una opportuna alimentazione a base di cibi leggeri e ricchi di queste sostanze minerali.

Promossi: verdure (come cetriolo, sedano, radicchio, pomodori), frutta di stagione (albicocche, uva, pesche, prugne ed in particolare quella ricca di acqua, come anguria o melone), pesce e carne bianca.

Promossi: pasta con verdure, insalate di riso


Bocciati: i fritti, i sughi molto calorici, la carne rossa, ma anche le spezie piccanti, soprattutto se volete evitare di sudare.
Da ricordare che durante la stagione estiva bisogna ridurre il fabbisogno calorico: l’organismo in media necessita di circa 300 calorie in meno al giorno.


Bere molto:
Sono perfette le tisane, il te, i concentrati di verdura, i frullati, ma anche della semplice acqua oligominerale naturale con basso residuo fisso.
Evitare le bibite zuccherate e gasate perché aumentano la vasocostrizione e la diuresi, favorendo un aumento di perdita di liquidi (se già sudate tanto, non è il caso di alimentare la disidratazione)
Dite no anche al caffè (massimo un paio al giorno perché diuretico) e agli alcolici, che tendono a far aumentare la sudorazione e limitano l’assorbimento delle vitamine.
Consumare il gelato come piccolo dessert e non come sostituto di un pasto, perché è poco vitaminico e ricco di grassi.

SPORT
Limitare l’attività sportiva che aumenta il lavoro cardiaco con un aumento esponenziale del rischio di sbalzi di pressione
Praticare lo sport solo la mattina presto o la sera, evitando così i momenti più caldi della giornata.
Durante l’allenamento bere spesso acqua arricchita con un integratore minerale o mangiare un po’ di frutta fresca, si eviteranno così crampi muscolari e quella fastidiosa sensazione di spossatezza.